Lettura anti naturalistica dell’opera
Luciano Fiannacca si allontana, in parte, da questo tipo di ricerca sui rapporti minimi e massimi del colore, per servirsi come supporto di una tavola di legno chiaro di cui vuole evidenziare i “segni” naturali costringendoli in una composizione che mete in luce, sia le valenze organiche del materiale, che un desiderio di “classicità” che partendo dalla geometria e dalle sue funzioni, non necessariamente normative, ci avvia ad una lettura anti-naturalistica di una serie di progressioni spaziali e segniche, che non escludono la presenza del colore come contrappunto semantico dell’orditura geometrica.